italiatv.it – Siena, Marzo 2023. L’incarico di Capitano di Contrada richiede una serie di doti ed impegna tutto l’anno. Ho incontrato Alessandro Giorgi (Contrada della Selva), uno dei “capitani vincenti”. Siena è una città assai particolare, unica; il Palio e l’appartenenza alla Contrada, per un senese è finanche arduo descriverli. Per la vittoria, la sorte gioca un ruolo determinante, ovvero determina strategie, condiziona e marca molto il Palio.
“Il giuoco delle perle di vetro” del Nobel H. Hesse, ma anche una finale del mondiale di Scacchi: sovvengono questi come esempi pensando alla complessità e alla quantità di aspetti, energie, forze, debolezze, aspirazioni, desideri, rivalse che vanno governati; dai Capitani, appunto. E poi gli imprevisti, che si può prevedere ci siano; per finire ai Patti alla Mossa, ovvero quando i fantini trattano direttamente ai canapi. Vale tutto. Ai canapi anche tutte le tattiche di distrazione, le piste fuorvianti da dare in pasto ai rivali, terminano, ma c’è sempre l’incognita dell’accordo fra fantini.
La Contrada è tante cose, una sorta di seconda famiglia che a volte viene prima anche di quella. Tante le domande, tanti i temi: buona visione.
Col favore di una magnifica giornata vampante primavera, sono andato con il grande Andrea Gabbrielli a trovare Fabio Cenni e Monica del Re, Poggio ai Chiari.
Straordinario questo Sangiovese chiusino: basti solo il “dettaglio” che questo che esce come IGT, fa dai 5 ai 7 anni di affinamento in legno per poi passare al vetro e quindi al commercio.
L’assaggio della 2004 avrebbe ingannato i più, di almeno 8-10 anni. Straordinario. Buona visione.
italiatv.it – L’arte del Martini Cocktail, il rito che si ripete, coniugando misteriosamente tradizione e ricerca, storia e sperimentazione, stile e dinamismo. Perchè al contrario di quanto si possa pensare, il Martini Cocktail si è evoluto fino a snaturarsi se vogliamo: dalle origini sempre incerte, ma che lo volevano fondamentalmente dolce, col vermouth e rosso, fino alle verticalità della modernità (che predilige chi scrive).Il Martini Cocktail ha una fenomenologia, ha delle regole, delle ritualità: più volte s’è già detto che non è “una cosa da bere”; crederci o meno. Bancovino, Prati, Roma: 3 serate per il Martini Cocktail; spiega, racconta e miscela Padre Angelo De Valeri (il perchè del “padre Angelo” afferisce a dettagli e trascorsi solo per i più navigati).
Il Martini Cocktail è una scelta di stile, un’affermazione di identità. Sono andato ad una MCNight solo perchè il barman è il mio personal barman, e so cosa stiamo facendo e di cosa stiamo parlando: il martiniano rigoroso, ortodosso, non ama la ciacola alcolica; non si vuole mischiare con con chi non è sicuro sappia cosa si sta condividendo in quella coppa a triangolo (che è quella e basta: per favore stop creatività inopportuna sul vetro). La voglia di incontrarsi, il piacere di conoscersi, il desiderio di condividere istanti adulti: nello spirito delle serate Bancovino si trova questo, prima del cibo e del vino. Ludovica dalla barra ci dice che “MC solo per pubblico consapevole. Dalla fine dei ’90 il bere è cambiato: col cambio del millennio c’è stato un cambio nel DNA del consumatore. Io sono cresciuta in anni con cocktail tipo Sex On The Beach e altre “orribilezze” con gli ombrelloni colorati sopra….”. Le rilancio provocando “Se nel cocktail c’è del colore vuol dire che è sbagliato”; lei sorride sorpresa e divertita ma non mi contraddice, e questo le fa onore. Padre Angelo de Valeri conduce la serata e introduce la storia del Martini Cocktail, dalle origini incerte, tra California e Arma di Taggia ad oggi; ha saputo correre i suoi 100 metri con la staffetta di Mauro Lotti, nostro comune mentore.
“Il Martini Cocktail perfetto non esiste. Ma invece si.”. Padre Angelo è stato bravissimo in un passaggio scivoloso, quello della domanda più frequente nei seminari sul Gin: “Ma qual è il MC perfetto?”. Mi guarda, con gli occhi dritto nei miei che strillano muti “Dario, mò come je lo spiego?”. Io comprendo e lo lascio cinicamente senza aiuti. “Non esiste, ma si può fare; e per ognuno è diverso”. Non si potrebbe dire più semplicemente, perfettamente, efficacemente. Sono rimasto seduto, ma in verità ero in standing ovation. Le serate al Bancovino sono un privilegio: il locale può ospitare un paio di decine di persone, ed aggiungo, per fortuna: il rischio di trovarsi in un consesso con persone a caso fortunatamente è remoto. Scelta gin, bene, si può fare anche di più; scelta vini, bene, in altra occasione ne parleremo. Squadra bene: attenti, concentrati, il personale di sala/servizio con menzione speciale. Molto bene, bello tutto, ma quindi? Quindi Google > BANCOVINO, ROMA. Video della serata a seguire. PS. Il Martini Cocktail è una cosa seria, si fa col gin: se qualcuno vi chiede con quale Vodka, alzatevi e andatevene; subito, senza spiegazioni; con uno sguardo prima di stizza, poi di sdegno. Dario Pettinelli
“Il Martini Cocktail deve essere ghiacciato…”“Il Montgomery 16 a 1 perchè…”“Ad ognuno il suo Martini Cocktail”
italiatv.it – Freddo e tagliente il vento di febbraio a Montalcino; cielo terso, aria pulita e quella visibilità che spinge lo sguardo a decine di chilometri. Le vigne dormono, hanno da poco assorbito la neve dei giorni passati e il suolo ricarica lentamente le riserve idriche; l’estate sarà calda. Potature, certamente, ma sono settimane più di cantina.
I 150 ettari di Quercecchio sono a sud-ovest della zona di denominazione, versante storicamente votato al Sangiovese con ottimi Brunello. Non c’è vino migliore del Rosso di Montalcino 2020 di Quercecchio per la definizione di “vibrante”: profumato e beverino, asciutto e corposo, è una gioia immediata con una firma di ciliegia; così dev’essere, perchè è il fratello quello destinato al lungo periodo. Il Brunello di Montalcino 2017 si presenta con caratteristiche diverse, e questo è un gran bene, perchè il Rosso che smorfia il Brunello, il “Brunellino”… è concettualmente un approccio fuorviante. Vellutato e con il bouquet del bosco, ora che ha fatto l’affinamento necessario in vetro è in perfetta forma per una maratona. Matteo Benvenuti, famiglia Salvioni, può presentare due vini con personalità distinte, “importanti quel giusto” per corpo e potenza tipiche del sud ma governate, gestite alla perfezione. Quindi vini montalcinesi classici, tradizionali al contempo moderni e puliti.
Quercecchio non fa comunicazione, in parte “non gli serve” perchè vanta la produzione allocata con anticipo, ha una strategia di commercializzazione e distribuzione che restituisce all’azienda solidità, affidabilità non solo enologica. Primo Paese: la Danimarca. E non stupisce, perchè è terra per il perfetto food-paring con i vini di Quercecchio. Monastero benedettino di cinque secoli or sono, pace, paesaggio, volendo agriturismo con piscina: suggerito, garantito.
italiatv.it – In occasione del debutto mondiale del Brunello di Montalcino 2018, la quinta puntata, di e con Andrea Gabbrielli per la regia di Dario Pettinelli. Questa settimana, Elisa Fanti e suo padre “Sarrino”.
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italiatv.it – In occasione del debutto mondiale del Brunello di Montalcino 2018, la quarta di 7 puntate, di e con Andrea Gabbrielli per la regia di Dario Pettinelli. Questa settimana, Giulio e Mirella Salvioni.
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italiatv.it – In occasione del debutto mondiale del Brunello di Montalcino 2018, la terza puntata della docu-serie di e con Andrea Gabbrielli, per la regia di Dario Pettinelli. Questa settimana, protagonista è Gianna Neri e l’azienda Col di Lamo.
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Online la seconda puntata di #brunelloindependent, la docu-serie di Italia Tv di e con Andrea Gabbrielli, per la regia di Dario Pettinelli. Protagonista di puntata: Tommaso Squarcia, Castello Tricerchi – FINEZZA E SPERIMENTAZIONE.
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italiatv.it – In occasione del debutto mondiale del Brunello di Montalcino 2018, la prima di 7 puntate, di e con Andrea Gabbrielli per la regia di Dario Pettinelli. LINK
Presentata la Ricerca IGM-WineMonitor-Nomisma: calo della GDO, riscossa Ho.Re.Ca.
italiatv.it – Questa mattina, 12 dicembre, presso la sede della Stampa Estera di Roma, l’Istituto Grandi Marchi, Wine Monitor e Nomisma hanno presentato i dati della più recente Ricerca sul mercato dei cosiddetti “fine-wine”; definizione quest’ultima che ha richiesto un approfondimento durante il dibattito, ma che per la Ricerca ha tenuto conto della Denominazione e della fascia di prezzo. Per titoli: calo della GDO e grande riscossa dell’Ho.Re.Ca; a questo la Ricerca aggiunge un “consolidamento” dell’online ma i numeri sono residuali nel computo generale. Alcune slide più di altre per le considerazioni del caso.
Motivo principale: col Covid e lockdown poche cene fuori e tanto supermercato, ora sono tornati i turisti e anche gli italiani hanno ripreso le abitudini. Il prezzo in tutti i segmenti è la discriminante principale (troppa negatività dai media main stream, troppa “crisi” e poco ottimismo dalla tv); nei supermercati i vini di pregio rappresentano una percentuale ad una cifra e comunque fissando l’asticella del prezzo al minimo di 30 Euro.
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Abbiamo chiesto al presidente dell’Istituto Grandi Marchi, Piero Mastroberardino, quali sono i punti in cima alla lista delle richieste del settore per il nuovo Governo; ci ha risposto così.
D.P. Presidente, cosa chiederà la lobby del vino al nuovo Governo? R. Vede, è dal 1990 che mi occupo di questo e che mi faccio questa domanda ogni volta che cambia Governo. Il sistema è incrostato, tanto da essere diventato il principale fattore di perdita di competitività. Quindi le rispondo che in cima alla lista c’è la semplificazione, di tutti i passaggi ed adempimenti burocratici. Secondo: promozione efficace.
D.P. Tutti chiedono semplificazione: faccia un esempio, una proposta; anche per la promozione efficace. R. Molto bene: l’unificazione delle banche-dati e la razionalizzazione dei controlli. Ma le pare possibile che ogni azienda ha 17 e dico 17 organi di controllo? Per la promozione efficace la mia proposta è “puntare sulle punte”, ovvero sulle eccellenze, affinché queste siano da traino per tutto il settore. Abbiamo eccellenze vere, mondiali: vanno in primis tutelate, perchè gli attacchi del falso e dell’imitazione sono tanti, e puntare sulle aziende di punta esaltando il loro essere Made in Italy. Così si rilancia il nostro blasone nazionale, così si aiutano le imprese. Puntare sulle punte di prestigio, sottolineare la virtuosità della quale siamo capaci e sull’onda di un nuovo slancio del made in Italy anche i più piccoli ne beneficeranno.
Ultima domanda di Andrea Gabbrielli:
A.G. Passano i ministri, tutti dicono che nei primi cento giorni “faranno faranno…”, ma poi… R. Tutti i governi hanno affrontato questi temi ma nessuno è riuscito a risolvere; ma è anche vero che negli ultimi diciamo vent’anni siamo cresciuti. Negli anni la lobby del vino ha ottenuto molto, a volte grandi battaglie, come quella sull’evoluzione normativa, altre volte scalpellando qua e là; ma sappiamo che il mostro burocratico italiano, così ramificato, non è stato sconfitto.
italiatv.it – Il rumor sta per diventare notizia… Nel frattempo: Tommaso Squarcia, Castello Tricerchi, intervistato da Andrea Gabbrielli sul Rosso di Montalcino.
Al SIMEI 2022, Valoritalia presenta scenari, tendenze e strategie del mercato del vino sostenibile.
Milano, 16 Novembre 2022 – Sostenibilità: una parola inflazionata, onnipresente, quasi un claim ormai. Ogni azienda che desidera essere competitiva sul mercato sa che deve includere questa parola all’interno delle proprie strategie di marketing, di comunicazione, di posizionamento. L’effetto che si rischia è però quello della sovraesposizione, della perdita di significato e nei casi peggiori, del greenwashing. A tal proposito, Valoritalia, società italiana leader nelle certificazioni agroalimentari, coglie la propria partecipazione al SIMEI 2022 (Milano Rho-Fiera, 15-18 novembre, pad.3, stand V10) per approfondire l’importanza delle certificazioni green, le uniche a garantire l’effettiva sostenibilità di un prodotto, di un territorio, di una denominazione. Ieri, alle ore 11, presso la sala Convegni del Padiglione 3, si è tenuto l’incontro “Il futuro del vino è sostenibile” – Le tendenze di mercato tra scelte dei consumatori e strategie delle imprese”. Il convegno, moderato da Giorgio dell’Orefice, de Il Sole 24 Ore-Radiocor ha visto il susseguirsi di approfondimenti sulle opportunità offerte dalle certificazioni green (Equalitas, Viva, VEGANOK, Vinnatur per citarne alcune) e nuove prospettive, come le certificazioni per il turismo sostenibile, tra scenari e case histories.
Il 18 novembre 2022, sempre al SIMEI, Valoritalia torna a dialogare con il pubblico durante un evento organizzato dalla Fondazione Edmund Mach, nell’ambito del progetto EIT Climate-KIC “MEDCLIV” con il supporto di Unione Italiana Vini in qualità di organizzatrice della fiera SIMEI – dal titolo “Costruire la rete collaborativa per il cambiamento climatico nella filiera vitivinicola italiana “. Sarà un vero e proprio confronto attivo con gli stakeholders sulle sfide del cambiamento climatico alla filiera vitivinicola nazionale. L’evento sarà strutturato in una prima parte introduttiva, dedicata ad alcuni spunti di rilievo sulle attuali prospettive di innovazione in tema vite-vino-clima, e una seconda parte, in forma di dialogo, dove si proporrà la partecipazione ad un’esperienza nazionale di rete collaborativa per le tematiche in questione. Interverranno: Michele Faralli (C3A – UNITN) e Marco Stefanini (FEM), Raffaele Giaffreda (FBK, TESSA Agritech), Sandra Furlan (Valoritalia) e Mariadonata Bancher (CASACLIMA hotel). Segue link al programma e modalità di partecipazione: http://www.simei.it/edizione-2022/eventi/edmund-mach?bz=1
Ogni premialità, bancaria, finanziaria, governativa…, prevede punti di vantaggio solo per le aziende sostenibili. La convenienza sta nella sostenibilità. Se ne parla, sempre più spesso: ma cosa significa essere sostenibili e certificare la propria azienda come tale? Quanto costa? E a chi affidarsi? Parla Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia, l’ente che ha certificato l’80% delle aziende italiane.
italiatv.it – Ad Arillo in Terrabianca, nel cuore della UGA di Radda in Chianti, l’azienda ha organizzato il primo di una serie di blind tasting tra professionisti, dedicato questa volta alla Riserva di Chianti Classico. Una orizzontale coperta di 12 aziende con le loro annate 2019. Per la prossima, di scena i Supertuscan.
La formula prevede la presenza di due giornalisti, due enologi esterni, i tre interni, due rappresentanti commerciali, oltre il management dell’azienda. Convocazione alle 17, si è scelto di servire tutti i vini contemporaneamente. Nella prima ora gli assaggiatori si sono cimentati nella degustazione alla cieca propriamente detta, dando una valutazione in ventesimi; alle 18 il direttore commerciale Lorenzo Ficini ha svelato le bottiglie, provocando più di una sorpresa. Bottiglie aperte mezz’ora prima per apprezzare l’evoluzione nel calice, e alcune prime impressioni sono state riviste col passare delle ore.
Queste le considerazioni prima e dopo la rivelazione delle etichette di: Alberto Fusi, CEO Arillo in Terrabianca; Lorenzo Ficini, sales manager Arillo in Terrabianca; Luca Marrone, capo enologo Gruppo Colle Massari; Vito Lacerenza, Slow Wine; Luca Matarazzo, sommelier wine ambassador e Vinodabere; Alessandro Battaglia, agente Arillo in Terrabianca e gli enologi di Arillo in Terrabianca Luano Bensi, Vieri Vannoni, Simone Di Pasquale. Buona visione.
italiatv.it – Ha iniziato facendo vin de garage, dentro un fienile che pitturò tutto arancione, “la zucca”; ha creduto nel suo sogno e ha trasformato quella zucca nella scarpina di Cenerentola. Arrivando a Montalcino da nord, ai piedi di un anfiteatro naturale di viti, la cantina di Col di Lamo si distingue per la sobrietà delle sue linee architettoniche, eleganza moderna, ordine e pulizia maniacale nelle bottaie. Giovanna Neri si concede per dieci minuti “in confidenza”. Cosa serve al Brunello e a Montalcino, l’amatissima Diletta che le ha regalato due nipoti in due anni, il Piccolo Principe, il mondo e…. Buona visione.
italiatv.it – Fuggire dal rischio di banalizzare la sostenibilità.
Sempre stimolante Donatella Cinelli Colombini e sempre “sul pezzo”; sulla sostenibilità, argomento del suo ultimo intervento, riferisce di una Ricerca che tratta della comunicazione di questa. Si sostiene che in Italia “la sostenibilità” è più praticata che comunicata”. In tempi come questi fa notizia perchè si presenta quasi come un paradosso. La moglie di Cesare non deve solo essere al di sopra di tutto ma deve curarsi anche di apparire tale: amen. Attenzione però.
Utile è avere sempre la linea di confine in mente: la sostenibilità di un’azienda non equivale alle buone pratiche. Ovvero: la conduzione agronomica, la raccolta differenziata, l’abbattimento degli sprechi e via dicendo, sono tutte conditio sine qua non è possibile rendere sostenibile la propria realtà, ma siamo nel territorio appunto delle buone pratiche. Si può parlare di sostenibilità di una realtà produttiva quando questa fornisce un Bilancio, un Report, una qualsivoglia dichiarazione, volontaria, che rendiconti la situazione: punto di partenza, progettualità, tappe intermedie, obbiettivi raggiunti. La sostenibilità richiede anche la visione completa, ovvero tutto ciò che afferisce alla sostenibilità sociale e a quella gestionale (economica); e a completare il quadro, la comunicazione, che ha regole precise, diverse da quella per il mercato.
Capitolo a parte, delicatissimo, è quello appunto della comunicazione della sostenibilità. Per titoli: errore gravissimo pensare di procedere con lo stesso approccio e fine della comunicazione commerciale; requisito essenziale, indispensabile per una buona e corretta comunicazione della sostenibilità è la “coerenza”. Che vuol dire? Vuol dire non solo che tutto ciò che viene comunicato deve avere corrispondenza esatta coi fatti, deve essere documentato e verificabile ma non basta: la comunicazione della sostenibilità deve tenere toni misurati, deve essere esaustiva, non deve alludere, non deve trattare ciò che non si è conseguito. Deve seguire le regole del giornalismo di agenzia: stile asciutto, essenziale, terzo, verificato, “continente”. La regola della continenza del giornalismo è sottovalutata. (“Raccogli 10 informazioni di una notizia, verificale tutti, pubblica le 7 più importanti e tieniti le altre 3 per eventuali repliche, precisazioni e approfondimenti”; ascoltarlo dalla viva voce del maestro Sergio Lepri alla Formazione è stato finanche emozionante. Fiuggi 2006).
La questione delle certificazioni è importante ed ha ragione DCC a dire che ci sono troppi soggetti certificatori che generano confusione. Intanto poniamoci la domanda essenziale: perchè devo certificare? Non è un devo: c’è la questione che alcuni mercati evoluti hanno iniziato a richiedere certificazioni di sostenibilità per far entrare i vini (in questo caso) nel loro Paese; ma non serve terrorizzare l’imprenditore. Non concordo affatto né col terrorismo ecologico né con quello sulle aziende, penso siano addirittura controproducenti, che stimolino avversità al tema; e poi eruttano solo paura senza soluzioni realistiche. La scelta è soprattutto di stile, riguarda chi si vuole essere e apparire. Il vantaggio di immagine c’è oggi per chi ha un programma di sostenibilità: non rompiamo il giocattolo.
Comunichiamo poco? No, il giusto. Magari sarebbe meglio essere di più e fare squadra. Per quanto sopra detto, nella comunicazione della sostenibilità un’azienda, una realtà, deve curarsi di esserci e farsi ricordare, più che farsi notare. Ne abbiamo parlato a Siena giusto tre settimane fa in Fortezza col S.Chiara Lab, UniSiena, Fondazione Prima, Fondazione MPS e Istituzioni. Casi di successo li abbiamo in casa, ma solo Argiano e Banfi sono ancora troppo poche per quanto prestigiose come realtà. Il Consorzio è in oggettivo ritardo sul tema: si può fare molto in una realtà come quella di Montalcino, si potrebbe essere leader. Confido nel futuro, il presidente è esperto, i consiglieri bravi e saggi non mancano.
A chiudere: qui a seguire alcuni link a sostegno del pezzo. Un ringraziamento a DCC per la sensibilità che non certo da ieri ha per il tema.
italiatv.it – Viola100%. Intelligenza brillante, favella rapida, pensa veloce parla veloce; Viola Gorelli si concede per un “caminetto”: il caminetto c’è ma spento, considerando i 38°C durante l’intervista. The Queen Gigliola, la mamma, si raccomanda come se avesse ancora 14 anni e dovessi portar fuori la figliola: “Oh mi raccomando, trattamela bene, te le do eh!”. Viola sorride e anche se “…noi in casa di bianco si beve Villa Bucci e Marisa Cuomo…”, sboccia un Champagne di saluto (“…te te la fai coi francesi lo sappiamo…).
Viola Gorelli (foto: DP)
Nomen omen se si pensa al regal Purple. Il viola, colore delle élite e dei reali britannici. Il destino nel nome perchè Viola ha trovato in Londra il luogo del cuore, dopo Montalcino s’intende. La ha cercata, l’ha scelta, ci ha vissuto e “…la preferisco: è una città vibrante, stimolante, riservata, elegante”. E con Londra il legame, se già non bastasse, è ancor più forte perchè Le Potazzine sono le principesse del Brunello all’ombra del Big Ben. Lo status di élite del viola, il regal Purple, deriva dalla rarità e dal costo della tinta utilizzata per produrlo. Il tessuto viola era così scandalosamente costoso che solo reali e governanti potevano permetterselo. La tintura inizialmente usata per produrre il viola proveniva da un piccolo mollusco che si trovava solo in una specifica regione del Mar Mediterraneo. Conoscendo la giovane donna di questa intervista, il nome Viola non potrebbe essere più appropriato.
Cambiamento climatico, la questione femminile del Brunello, le scelte agronomiche e in cantina, ma anche suggerimenti, idee, segreti da sfruttare. Intervista lunga: per facilitare la visione, la lista delle domande e dei temi trattati col punto secondo, così da poter sapere di cosa si parla e quando. Ogni voce ha poi delle domande di rafforzo e/o approfondimento. Buona visione >
www.italiatv.it
Apertura: Come si sta profilando questa annata in vigna? 1’30”: Qual è il decennio d’oro di Montalcino? 1’53”: Formazione. Lauree e stage a Londra… 2’42”: Come mai Londra e non gli USA come la maggiorparte dei suoi colleghi/amici? 3’58”: La questione femminile a Montalcino, Consorzio e suggerimenti… 5’32”: Le Potazzine 7’36”: Le scelte agronomiche bio sono per scelta etica, tradizione o perchè il vino viene meglio? 8’10”: Il mondo de Le Potazzine. London first… 8’55”: Il tema del gap di prezzo fra Italia e Francia. 9’42”: Quali consigli per Montalcino, il Consorzio e il Brunello? 10’05”: I Consorzi devono garantire tutti e la velocità potrebbe essere quella del più lento: sono pensabili cordate di scopo per operazioni mirate di promozione? 10’55”: Cosa beve Viola Gorelli a cena? 11’13”: Fuori i nomi delle aziende… 12’02”: Cosa dice mamma Gigliola del clima, di come vanno le cose….? 12’48”: Che adolescenza è stata la sua qui in campagna? 13’31”: Si è dimessa da Presidente della Ruga….. 14’36”: In che senso… “Non ho più le chiavi del Quartiere?” 15’11”: I Quartieri si sfidano nel Trofeo delle Cacce: salutiamoci con questo appuntamento. Rivalità fra quartieri e tiro al cinghiale….
italiatv.it – La questione del grado alcolico, i vini Vigna e le sfide del prossimo triennio. La conferma della vice presidenza del Consorzio del Brunello, un’idea per la Riserva e le sfide internazionali. A Montalcino Confidential a confidarsi questa volta è Giacomo Bartolommei: “Spero che la certificazione di denominazione possa aprire il nuovo corso”. New leader starting. (Intervista video 9’45”)
Debutto in società per Alex Bianchini che entra nel board del Consorzio del Brunello di Montalcino.
Alex Bianchini, 32 anni, entra nel board del Consorzio del Brunello di Montalcino. Rappresenta un’azienda importante, un marchio forte e fortissimo per il Brunello e Montalcino: Ciacci Piccolomini d’Aragona. Alex e sua sorella Ester sono la terza generazione dei Bianchini. Per al sua prima uscita ufficiale da nuovo leader ci parla del perimetro del Brunello e di Montalcino, tra cambiamento climatico e siccità, mutevolezza e tradizione, tecnica e cuore. Ad oggi è scapolo e a Montalcino si parla già di lui come uno dei pochi golden boy rimasti… Qui a seguire, l’intervista completa. Buona visione.
italiatv.it – Toscana, Montepulciano. Allo scadere del primo mandato che lo vede alla guida del Consorzio del vino Nobile di Montepulciano, il presidente Andrea Rossi annuncia il terzo successo importante della sua presidenza: la certificazione di sostenibilità territoriale Equalitas, in linea con lo standard unico nazionale di recente pubblicazione. Terzo successo dopo la soluzione della spinosa questione di riconoscibilità e distinzione dal Montepulciano d’Abruzzo e dopo l’innovazione delle Pievi, ovvero la valorizzazione di specifiche unità poderali: la zonazione secondo il Nobile. Il presidente Rossi, già sindaco dal 2009 al 2019, il periodo nel quale la città di Montepulciano è cresciuta del 6% di media ogni anno per dieci anni, in questa intervista per la prima volta, rende anche nota la sua disponibilità per un secondo mandato alla Fortezza Medicea, e ripercorre questo triennio Covid per il mondo snocciolando numeri di crescita del Nobile a doppia cifra. Importante il messaggio agli altri Consorzi: la sostenibilità migliora l’efficienza, abbassa i costi operativi e fin da subito conferisce il valore immateriale della ottima reputazione.
BREVI. COMUNICAZIONE E ADV. I Tirreni, Bolgheri DOC, in occasione del Vinitaly 2022 rilascia il nuovo video per Italia e Stati Uniti. Il recente tour “Meet the producer” con i due toscani protagonisti, ha toccato le principali città del midwest e si è concluso in California, dove da tre anni i vini de I Tirreni sono un piccolo fenomeno commerciale. Oltre al video, il QR code aziendale, con lo slogan che comunica la mission: “Everyday Luxury”, bere di lusso, ogni giorno.
italiatv.it – Mentre a Verona si consumano i giorni più intensi dell’anno dal punto di vista commerciale, nelle vigne italiane nasce la nuova vita. Non di consumo in questo caso ma di cura del suolo: l’argomento si impone e se ne parla perchè “è origine del tutto” per il vino, certo, ma se si caratterizza come protagonista dei vini che “vincono tutto”, allora interessa anche gli addetti alle vendite. I due “campioni” (quello in Italia e quello italiano nel mondo) sono entrambi a Montalcino, sostenibili, etici, biologici: Argiano e Le Chiuse.
“Riuscire a garantire a tutti la tutela e la salvaguardia del suolo, dei territori e della biodiversità terrestre”. E’ il quindicesimo obiettivo del piano d’azione dell’umanità per un futuro sostenibile. Il suolo protagonista per l’equilibrio della biodiversità, target dell’Agenda 2030, ma anche protagonista dei due successi enologici dell’anno: il miglior vino rosso assoluto italiano e il quinto miglior vino assoluto mondiale. Parliamo di due Brunello di Montalcino: il Vigna del Suolo 2016 di Argiano e il Le Chiuse 2016.
Francesco Monari, “Jedi”.
Argiano ha una conduzione organico-rigenerativa, sono 7 anni che investe nei suoi 59 ettari di vigne dal passato glorioso, fa dell’equilibrio della biodiversità la sua stella polare. E’ stata la prima a Montalcino a fare il famoso studio di microzonazione e ad essere plastic-free, seguita poi da Biondi Santi ed altri. Non usa mai insetticidi, lancia insetti antagonisti nelle vigne, ha portato le arnie delle api tra i filari e si avvale della confusione sessuale per difendere le piante, come anche di reti funginee che partecipano all’equilibrio della vigna (micorrize). Argiano sta conducendo da tre anni uno studio su vecchi cloni di Sangiovese Grosso che non esistono più: ne ha individuati cinque e brevetterà a breve il più qualitativo.
Francesco Monari, agronomo e direttore tecnico di Argiano: “I vecchi cloni di Sangiovese Grosso, quelli che non sono stati selezionati per fare tanta concentrazione, quelli se vogliamo più naturali, sono quelli che regalano eleganza, grande identità e che meglio affrontano alle criticità ambientali, ovvero che rispondono meglio al troppo caldo, alla siccità, così come alle strizzate di freddo”. Lo fanno perchè il loro germoplasma è antico, ricco, tanto forte da poter affrontare le sfide del futuro”. Il programma per la sostenibilità di Argiano è leader: prima azienda a Montalcino a registrare la carbon neutrality, l’azienda ha presentato da poche settimane il suo primo Report di Sostenibilità (QR code al video). Slogan aziendale: “Argiano, l’equilibrio della biodiversità”.
QR code video.
Un caso che il vino campione sia proprio quello di un’azienda che fa del suolo uno dei suoi obiettivi primari, tanto da chiamare Vigna del Suolo il suo super vino?
Il caso di Le Chiuse suggerirebbe “No” come risposta. Siamo sulla Provinciale del Brunello, tra Montalcino città e Montosoli; erano le vigne dove Franco Biondi Santi faceva la sua Riserva. Simonetta Valiani, sua nipote, con Niccolò suo marito e Lorenzo loro figlio, da tempo in quelle terre hanno creato il fenomeno Le Chiuse. Valanghe di premi e riconoscimenti, biologici della prima ora, a Le Chiuse l’armonia naturale si percepisce dal come sono inseriti nel paesaggio e segue fino in cantina, dal bosco all’uliveto e alle vigne, dove appunto al suolo è riservata una cura speciale. Il terreno è di origine oceanica, quindi ricco di materiale fossile. Le Chiuse, non da ieri, considera il suolo centrale; tanto che è nello slogan, è identitario: “Le Chiuse: dove il suolo incontra l’anima”. Il Brunello di Montalcino 2016 di Le Chiuse è primo vino italiano classificato nella Top2021 by WS, quinto assoluto, e parliamo di mondo. Tornando alla domanda di cui sopra, non sembrerebbe un caso che il suolo sia ancora una volta protagonista di un successo. Folkloristicamente si può anche aggiungere che, date le evidenze, se non altro “il suolo porta fortuna”.
Le Chiuse: la famiglia in cantina.
Montalcino la vera vincitrice. Miglior performance italiana e migliore italiana nel mondo: non sfugge sia Montalcino la grande vincitrice. I due vini dell’anno vengono dalla stessa denominazione e da aziende che fanno della dimensione etica della produzione e della cura per l’ambiente due dei loro punti di forza. Non sfugge nemmeno che è questa la partita, questa la sfida del momento.
Le Chiuse, Lorenzo Magnelli
Il rinnovo del Consorzio. Montalcino si avvicina ad una scadenza importante, il rinnovo della guida del Consorzio. Tutto dice che sarà un “passaggio Mattarella”; e si può aggiungere che squadra che vince non si cambia; con le sue fragilità ma anche con i suoi punti di forza, che per ora almeno, prevalgono. Qui che si sia vinto è fuori discussione. Per consolidare i successi delle singole aziende e del Consorzio, il Brunello che è già per la maggiorparte a conduzione biologica, deve fare un salto di due caselle sulla sostenibilità, perchè rispetto ad altri Consorzi è indietro con il piano per la certificazione di denominazione. Per la sostenibilità i modelli Argiano per la carbon neutralità e Banfi sulle certificazioni non bastano.
Approfondimento. Cos’è “il suolo”. La UE, partendo dalle evidenze scientifiche, definisce il suolo quale “ecosistema essenziale, complesso, multifunzionale e vitale di importanza cruciale sotto il profilo ambientale e socioeconomico, che svolge molte funzioni chiave e fornisce servizi vitali per l’esistenza umana e la sopravvivenza degli ecosistemi affinché le generazioni attuali e future possano soddisfare le proprie esigenze”. Il ruolo del suolo è essenziale anche nella cattura del carbonio per il conseguimento degli obiettivi climatici al 2030 e al 2050. Il Parlamento europeo invita gli Stati membri “a rafforzare il ripristino e l’uso sostenibile del suolo come strumento per la politica climatica nei loro piani nazionali per l’energia e il clima e, in particolare, nelle misure che si applicano ai settori dell’agricoltura e di uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura, e a preservare, ripristinare e migliorare i pozzi di assorbimento del carbonio (soprattutto nelle aree con terreni ricchi di carbonio, come le praterie e le torbiere), oltre ad adottare azioni volte a promuovere l’uso sostenibile del suolo nella politica agricola e a ridurre le emissioni agricole”.
Il Direttore del Consorzio del Morellino di Scansano, Alessio Durazzi, su sostenibilità e sfide del presente per i Consorzi del vini toscani. “Puntiamo dritto alla certificazione di sostenibilità per la Denominazione: è necessaria e conferisce da subito maggiore prestigio. Maremma tour destination e luogo accogliente per la mobilità elettrica: abbiamo tessuto una rete di 10 punti ricarica in posizione strategica per far visitare la Maremma a impatto zero”.
VIDEO intervista di Valentina Papandrea su www.italiatv.it
italiatv.it – Giacomo Neri e l’estetica del Brunello.
Il già campione del mondo si confida in esclusiva su lusso, figli e futuro di Montalcino. Del gap fra Francia e Italia dice: “Centinaia di anni di storia di differenza. Nell’era moderna aver vinto l’ultima Guerra mondiale ha avuto il suo peso”. “Ho sempre ricercato la bellezza del vino”. “Migliorare quando sei in alto è questione di piccole cose difficili”. “Ai giovani dico: fame e scarpe nella terra”. “Il lusso è…”
italiatv.it – Stefano Cinelli Colombini ci ha concesso un’intervista importante; il tema principale è la zonazione a Montalcino. Ne abbiamo parlato con Andrea Gabbrielli, una vita al Gambero Rosso, oggi “Tre Bicchieri”.
D. Caro Andrea, dalla micro-zonazione di Argiano, che poi anche Biondi Santi ha commissionato per se, alle ultime UGA del Chianti Classico, dal modello borgognotto a quello piemontese, le carte le ha giocate Stefano Cinelli Colombini, con la generosità dei grandi. Ne parliamo?
R. Dario, certo, conosco Stefano da molti anni. Diciamo così: il Brunello di Montalcino è uno dei grandi rossi italiani e del mondo. Da questo punto di vista credo che il confronto con la realtà internazionale sia il contesto più adatto per comprendere il panorama entro cui è situato. La storia del vino evidenzia che la differenziazione territoriale è sempre stata un valore aggiunto per le aree vocate alla grande qualità. La caratterizzazione dei territori (Champagne, Bordeaux, Borgogna, Rheingau, ecc.) ha favorito la costruzione di una filiera sia dell’immagine sia della reputazione e sia del valore, internazionalmente riconosciuta e accettata, che ancora oggi permette di vendere i vini di queste zone a prezzi nettamente superiori ai nostri equivalenti, Brunello compreso. Nella classifica dei primi 50 vini più costosi del mondo secondo Wine Searcher, i Grand Cru sono più di 40. Prezzo minimo medio 3809 USD e prezzo medio massimo 32.857 USD.
D. E i “nostri”?
R. Nessun italiano è in classifica. I nostri vini top quality, più cari e richiesti a livello internazionale, nel caso del prezzo più alto, solo in 2 casi superano i 1.000 euro (1 Barolo e 1 Amarone ) e i due Brunello in classifica veleggiano tra i 500 e i 700 euro. Le zonazioni (e classificazioni) pagano e pure molto bene.
D. Cinelli Colombini dice che siamo noi giornalisti a decretare “i cru”, anno per anno e che la storia della zonazione piace più a noi che ai produttori.
R. No, non sono un vezzo dei giornalisti ma una evidente richiesta del mercato e dei consumatori disponibili a pagare le caratterizzazioni. L’impressione è che la zonazione a Montalcino, in qualche modo, possa rischiare di influenzare il giudizio sulla qualità dei vini e ancor di più, i valori immobiliari e fondiari, è una possibilità che non piace anche se è un’eventualità tutta da dimostrare. In Borgogna dove ogni metro quadrato è classificato, nessuno se la passa male: come sempre, i grandi vini trainano anche i meno grandi. In Chianti Classico le nuove Uga e a Montepulciano le neonate Pievi, hanno iniziato un nuovo percorso di valorizzazione e di caratterizzazione territoriale dei loro prodotti di alta gamma. Ci vorrà del tempo ma sono convinto che i risultati non mancheranno.
italiatv.it – Stefano Cinelli Colombini, Fattoria dei Barbi: “Non credo alla zonazione, è contro la nostra storia. I Cru? Solo qui e ora”. E ancora: “La straordinaria serie di annate di qualità per Montalcino coincide con gli anni del cambiamento climatico”.
italiatv.it – Dario Pettinelli e Olivier Tosseri questa volta sono a Castello Tricerchi, Montalcino. Di scena Tommaso Squarcia; dritto, secco, senza fronzoli.
italiatv.it – Quando è stato il momento di scegliere la foto, questa dapprima era stata scartata; perchè il viso non è correttamente illuminato, il taglio non è perfetto e altri piccoli dettagli… Ma poi, a bene vedere, potrebbe essere l’immagine che veste meglio di altre Giacomo Bartolommei. Perchè Giacomo è capace di…shining, di brillantezza, ma è molto riservato; tanto che malgrado di luce per il suo viso non ne mancasse, era più a suo agio offrendo un sorriso più intimo.
Siamo da Caprili, le vigne confinanti con Soldera Case Basse. Il promontorio è quello di Argiano, il play geologico è lo stesso, marna oceanica, a qualche centinaio di metri da dove Francesco Monari ha rinvenuto la ormai celebre conchiglia gigante (piena, per altro…). Giacomo è un ambasciatore: 8 bottiglie su 10 vanno all’estero, le comprano i nord-americani. Ha un suo posto, il suo spazio quando negli Stati Uniti si sceglie un Montalcino. La famiglia? Prima mezzadri, poi l’occasione della vita: poter comprare. Tante delle aziende di Montalcino hanno questa storia. Caprili fa vini a marca dall’inizio degli anni ’70, non è “Horeca oriented” quindi ha sofferto commercialmente molto poco per il Covid.
Giacomo è commissario valutatore del Consorzio, e mi fa l’onore dell’assaggio in super anteprima del suo Brunello 2017, che è appena imbottigliato, si potrà rilasciare da Gennaio 2022 e quindi non ha ancora fatto l’affinamento in vetro; e per questo non mi sembra corretto anticipare note organolettiche.
Giacomo mi ha confermato che rilascerà il 30% in meno rispetto alla media, ma siccome Caprili alloca/vende già prima di imbottigliare, non è certo la vendita dell’annata il punto. Il punto è che per fare la qualità world class s’è dovuto rinunciare alla quantità, e quindi lo sforzo sarà quello di trovare un modo per non scontentare i clienti abituali con le loro quantità abituali. Ce la farà? Glielo chiederò la prossima volta, con tante altre domande; e in video.
italiatv.it – Colpo grosso quello del Relais Mastrojanni che per il Ristorante della Tenuta a Montalcino si è aggiudicata Raniero di Benedetto, che ci concede la sua prima intervista. Subito le carte in chiaro:
D. “Chef, prima di arrivare a Montalcino, Castelnuovo dell’Abate per la precisione, dove ha lavorato?”
R. “Appena finito l’Alberghiero, subito a Porto Cervo al Cala di Volpe Resort. Da li Milano, naturalmente; prima lo Sheraton e poi al Mandarin Oriental. Ma la prima vera cucina è stata in Basilicata al Marinagri Resort quando ancora ero al quarto anno scolastico”.
D. “Un’ inizio di carriera niente male. A Il Campaccio lei è Resident Chef: l’asticella è sempre più alta”.
R. “E’ così, ne sono consapevole. E’ la mia strada; anzi, spero sia il mio aeroporto”.
D. “Mi dica una cosa, la prima che le viene in mente, della Proprietà (Mastrojanni Gruppo Illy – n.d.r.)”
R. Le potrei dire che sono stato accolto bene e tutto il resto, ma le voglio dire il perchè penso sia il posto giusto con le persone giuste. Perchè sono eleganti e valorizzano le persone. Qui è un paradiso naturale, c’è attenzione alla sostenibilità, cura del dettaglio. Forse è quella costante tensione verso il meglio, in tutti gli aspetti, che mi stimola più di tutto.
D. ” A questo punto mi lasci svelare quello che avevo tenuto da parte apposta: Raniero di Benedetto ha 25 anni.
R. “E sono romano, Garbatella”.
D. “Quello si capisce dalla pasta, non voglio anticipare niente, ma la confidenza con il cacio e pepe s’è fatta notare subito. Prima di salutarla col menu, mi dica una citazione, un verso di canzone nel quale si riconosce, e che fa suo”.
R. “La frase che più mi si avvicina è: Miro alla Luna; se sbaglio cado tra le stelle”.
Il menu di Raniero di Benedetto a Il Campaccio, Relais Mastrojanni:
Risotto cacio e pepe, cozze e fave.
Raviolini di faraona, zucchine, burrata e jus della stessa faraona.
Pancia di maiale cotta a bassa temperatura, insalata di cavolo cappuccio, mela e senape.
Mousse al lampone glassata fondente, ganache cioccolato bianco e basilico, salsa al lampone e olio d’oliva.
Carpaccio di manzo, panzanella liquida, salsa al basilico e cipolla rossa caramellata.
Petto d’anatra rosa, piselli, fave e more, scampi e riduzione di bisque.
“Il mio Magnum”: nocciola, carota e passion fruit.
Bavarese alla nocciola, torta soffice di carote, gel di passion fruit, ganache cioccolato al latte e passion fruit, copertura cioccolato al latte e granella di nocciole.
italiatv.it – Questa volta siamo a Bolgheri, quasi in riva al Tirreno bandiera blu, quello dell’alta Maremma. Qui negli ultimi 5 anni c’è una coppia di fiorentini che è passata da 5.000 a 100.000 bottiglie: niente male davvero. E dire che siamo in uno di quei pochissimi territori dove si produce il vino “world-class”. Samuele l’agronomo e Tommaso l’enologo, coppia dai tempi dell’Università.
Si citano sempre come modelli quei giovani americani che nel garage danno vita ad aziende poi di grande successo; ecco qui da noi non c’è il garage ma un bel campo, vitato. E non c’è il trucco, non sono figli di produttori ricchi con l’azienda pronta: no, qui 5 anni fa si è partiti dal foglio bianco.
Parla Tommaso Rindi, I Tirreni; genesi di un successo toscano oggi in 4 continenti. Buona visione.
italiatv.it – Eleganza straordinaria. Sono rapito dal Tre Vigne, il Gattinara di Travaglini che si imbottiglia solo nelle grandi annate. Di scena la 2012. Nebbiolo in purezza dalle tre vigne storiche: Alice, Lurghe e Permolone. E’ un vino emozionante, che fa dell’unicità una delle sue ricchezze: microclima particolare così come la composizione dei terreni, vigne a diverse altimetrie per quel che poi risulta il primo ambasciatore di Gattinara. Qui siamo al decennio e sappiamo che i primi 4 anni ha dormito in botti di rovere, poi in vetro. Granato, nel naso il bouquet del Monte Rosa ed anche una suggestione che potremmo dire orientale, riferita alla ricca speziatura. La frutta è matura, calda, avvolgente. In bocca colpisce il dominio assoluto dei tannini, semplicemente perfetti. La mineralità subito, la sapidità per il lungo finale. Il primo frutto è senz’altro la prugna ma poi arriva la ciliegia; e poi continua, implacabile. Il secondo calice allarga l’orizzonte, memoria di cuoio e tabacco, e c’è ancora. Sembra incenso ma non c’è il profumo di Chiesa.
Consiglio la degustazione con Mark Knopfler – Local Hero Original Soundtrack. Standing ovation.
italiatv.it – Montalcino – In occasione del settecentenario dantesco, Enzo e Monica Tiezzi presentano “700”, Brunello di Montalcino Poggio Cerrino 2015 Edizione Celebrativa dedicata al Sommo Poeta. Ricevuti dal presidente Fabrizio Bindocci e dal Direttore Michele Fontana, Enzo e Monica Tiezzi sono stati ricevuto presso la sede del Consorzio del Brunello dove hanno donato le bottiglie numerate 002-003-004; la 001 è di Rachele Tiezzi. L’idea nasce in onore alla nipote di Enzo e alla sua passione per Dante. L’azienda fa sue le parole di Aldo Cazzullo: “Dante è il poeta che inventò l’Italia. Non ci ha dato soltanto una lingua; ci ha dato soprattutto un’idea di noi stessi e del nostro Paese. Una terra unita dalla cultura e dalla bellezza. L’Italia non nasce da una guerra o dalla diplomazia; nasce dai versi di Dante”. Il Brunello, da diversi anni ormai, è uno dei principali ambasciatori italiani nel mondo; ci rappresenta, ci racconta. Enzo e Monica Tiezzi omaggiano Dante riconoscendolo come inventore, padre, di quella che nel tempo sarebbe diventata Italia; noi. Ma non solo. Enzo Tiezzi ha voluto questa edizione celebrativa pensando a Dante e alle donne. Il Sommo è il poeta delle donne. Ancora con Cazzullo: “È solo grazie alla donna – scrive Dante – se la specie umana supera qualsiasi cosa contenuta nel cerchio della luna, vale a dire sulla Terra. La donna è il capolavoro di Dio, la meraviglia del creato; e Beatrice, la donna amata, per Dante è la meraviglia delle meraviglie. Sarà lei a condurlo alla salvezza”. L’etichetta raffigura Poggio Cerrino, col celebre verso finale dell’Inferno nel cielo. La scelta è anche il chiaro augurio per tempi migliori rispetto all’era Covid. Sopra il nome “700” in rosso-Tiezzi. La produzione è limitata a 700 bottiglie, numerate a mano, in cassa di legno, solo su prenotazione. L’azienda redige e conserva il registro numerato.
Report dal campo e intervista d Dario Pettinelli al dott. Marco Allocco, SEA Coop – UniTorino
italiatv.it – Argiano per il 2021 sta conducendo il progetto per la Carbon Neutrality. Il desiderio dell’azienda è quello di calcolare e misurare sia l’impatto ambientale della produzione sia la capacità di assorbimento del carbonio da parte del grande bosco della Tenuta. Il team dedicato sta completando i rilievi: il dott. Marco Allocco di SEACoop Uni Torino in questi giorni è sul campo. VIDEO >
Bernardino Sani: “La carbon neutrality è un tema molto importante per l’azienda, solo l’ultimo in ordine di tempo delle scelte virtuose intraprese. Prima lo studio per la microzonazione che ha consentito di mappare nel dettaglio ogni metro quadrato delle vigne; poi la scelta della conduzione agronomica organica e rigenerativa e il progetto Buona Agricoltura; poi ancora l’agricoltura di precisione, con il DSS Decision Support System; quindi le micorrize e l’allevamento delle api per la propoli in vigna; ed infine Argiano prima azienda a Montalcino plastic free. Per Argiano l’equilibrio delle produzioni con la biodiversità e il rispetto dei valori espressi dal capitale umano e sociale sono i presupposti dell’alta qualità. Con questo progetto Argiano si caratterizza sempre più per la sua sensibilità ambientale, parte della dimensione etica che si è data e che distingue nome e marchio”.
italiatv.it – “L’ eletto”, Santiago Marone Cinzano. Come Col d’Orcia interpreta la comunicazione per l’era post-Covid e non solo. Intervista di Dario Pettinelli. Buona visione.
Intervista di Dario Pettinelli. – Sotto la luna piena di Montalcino abbiamo incontrato il Conte Bio, Francesco Marone Cinzano. 10 anni fa fondava “Montalcino BIO”, oggi la metà delle aziende del Brunello è biologica o in conversione. Parliamo di economia circolare e sostenibilità, e circa la polemica sulla presunta scientificità della biodinamica ci dice: “Funziona: le mie terre sono più ricche e trionfa la biodiversità”.
italiatv.it – Intervista di Dario Pettinelli. Come è cambiata la comunicazione del vino nei 18 mesi Covid? Aldo Fiordelli (Decanter) risponde sul ruolo dei social network, su come sono cambiati i contenuti, sulla necessità di andare oltre anche lo storytelling. E consiglia alle aziende di…..
italiatv.it – Firenze, 20/21 Maggio. “Rinascimento presente”. La Chianti Classico Connection, quella dell’era Covid, ha lasciato l’amata Leopolda e ha ospitato i giornalisti invitati nella meravigliosa area del Chiostro dl Museo di Santa Maria Novella. Gli impedimenti di quest’anno hanno fatto scalare la presentazione delle nuove annate di ben tre mesi: le Guide vini erano di fatto al secondo assaggio, avendo dovuto recuperare i campioni per avviare le schede, ma com’è noto gli assaggi a Febbraio non sono certo ideali. I vini sono in un momento dell’anno nel quale sarebbe meglio lasciarli stare un pò e quindi alla fine, non tutto il male viene per nuocere.
La copertina va a Valentina Papandrea, al suo debutto per ITALIA TV. A Valentina abbiamo chiesto di regatare in acque diverse da quelle delle pure degustazioni.La sua esperienza in azienda (Biondi Santi prima fra tutte) e la sua straordinaria capacità di interpretare i social nel modo più efficace (IG vino_tacchi_e_sushi) sono state arricchite dalla sua curiosità per la comunicazione e come questa rappresenti un volano per la crescita. ITALIA TV e la comunicazione del vino hanno trovato una risorsa.
Valentina ha indossato abiti della Maison Lavinia Turra, la borsa di Arte & Fantasia Firenze e gioielli Wine Jewels, con Sangiovese al loro interno.
Tobu Group, che ha supportato la due giorni, si è confermata la realtà tecnico-informatica garantita e affidabile della quale si parla da Siena in giù ormai da anni. Duccio Bianchini ed Alessio Casi coprono aziende di caratura mondiale, come a Montalcino Argiano e Casanova di Neri, per citarne solo due.
Video interviste in remoto con i produttori e in presenza con Antonio Boco, Giambattista Marchetto e l’Ambassadeur du Champagne Chiara Giovoni.
italiatv.it – Quanto è importante in un vino tutto ciò che non è il vino stesso? Valentina Papandrea è a Firenze, capitale del Rinascimento, culla di ogni bellezza. Chianti Classico CoNNection: i nuovi Gallo Nero. Reportage, analisi ed incontri con il mondo de vino che conta: il grande saggio Daniele Cernilli, gli opinion leader più influenti, Chiara Giovoni, Giambattista Marchetto e Antonio Boco. Il Chianti Classico nasce prima della Rivoluzione Francese; negli Stati Uniti c’erano le vacche e il mito del West; l’Italia semplicemente non esisteva. Ma in quella che prima di Italia è Enotria, in Toscana, si faceva vino da…. prima. ITALIA TV vi vuole proporre un ulteriore salto: se vogliamo conoscere le note organolettiche di un vino abbiamo mille alternative; ma no. Noi vogliamo farvi scegliere il vostro Gallo Nero considerando ciò che c’è di liquido nel calice ma anche ciò che significa, ciò che rappresenta. Comunicazione, brand, valori: Valentina Papandrea per ITALIA TV promette futuro. Siete pronti?
italiatv.it – Sarà Valentina Papandrea. E’ la lucano-senese che ha prevalso, miss @vino_tacchi_e_sushi_ : sarà lei a condurre le dirette video da Firenze Chianti Classico Collection per ITALIA TV.
Valentina si è laureata a Siena e ha conseguito il Master in Food & Wine business della LUISS; sales department da Biondi Santi ed oggi nostra principessa a Firenze, per introdurci l’annata del Gallo Nero.
Soffiamo tutti nella tua vela, Valentina: in gamba! 😉
Il 6 maggio Guolo e di Masi presentano il nuovo libro. Gli autori: “L’amore non è mai inutile”
italiatv.it – L’ultima fatica di Andrea Guolo con Tiziana di Masi, edito da San Paolo, è il racconto del meglio dell’Italia. Nei suoi 12 capitoli sfilano le storie di autentici volontari del bene che hanno cambiato l’Italia prima, durante e dopo la pandemia, storie vere di personaggi, associazioni, sportelli, centri di ascolto, in tutto il Paese. 12 i capitoli, dodici diversi aspetti dell’aiuto a chi è più debole, a chi si vede negare i propri diritti, a chi deve ricostruire la propria vita, a chi ha bisogno di sostegno nella malattia e nelle calamità naturali, ai bambini, al patrimonio artistico del nostro Paese. Sono storie provenienti da città diverse ma con la stessa missione: fare emergere le tante azioni “normali”, compiute dai miei eroi del quotidiano che non si sono mai interrotte; storie di volontari coraggiosi, indomiti, con un cuore grande, persone semplici ma testimoni di una vera fratellanza che superano l’Io per abbracciare il Noi.
Le 12 storie di #IOSIAMO sono dodici appelli a ciascuno di noi, per unirci, nei limiti delle nostre possibilità, a questo meraviglioso esercito del bene.
Tiziana di Masi
Chi è il vero protagonista? Il volontariato come unico movimento in Italia capace di unire 6,5 milioni di persone non “contro”, ma “a favore di” qualcosa: 6,5 milioni di persone pronte ad agire per il bene di una società che non può più rimanere indifferente agli ultimi.
Alcuni nomi e importanti realtà che troverete nel libro? Mamma Africa, Norina Ventre ormai ultranovantenne e la sua mensa per immigrati a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro. I volontari del Refettorio ambrosiano di Milano, la mensa per i disagiati realizzata con Caritas, i volontari nelle calamità naturali e nella salvaguardia del patrimonio artistico, con associazioni quali Chief onlus e Touring club, i volontari di Spi Cgil e Auser contro l’abbandono e l’isolamento degli anziani, i volontari per l’infanzia di tante realtà grandi o piccole ma pur sempre straordinarie fra cui fra cui Antoniano, Vip Onlus, Forrest Gump, La musica di Angela etc). E poi ancora i volontari per la difesa dei diritti di omosessuali e transessuali del MIT di Bologna e Milano, gli instancabili attivisti nella Terra dei fuochi a sostegno dei malati e per la difesa della terra dalla criminalità organizzata, i volontari dei corridoi umanitari della comunità di Sant’Egidio, le volontarie di Loto Onlus per le donne in cura affette da tumore. Gli ultimi tre capitoli sono le storia di Mario, volontario per l’assistenza a un disabile grave, a fianco di Auser, e poi le azioni dei volontari per assistere i senza tetto nei loro bisogni. In particolare raccontiamo a Roma dell’Esercito della salvezza e di Colomba express, il servizio lavanderia per i senza tetto creato da Claudia Koll, per finire con la speranza di recupero e costruzione di un nuovo futuro coi volontari nel carcere di Padova.
Il 6 maggio alle ore 17 la presentazione ufficiale sarà on line con un parterre di eccezione. Con noi ci saranno il professor Stefano Zamagni (che ha firmato anche la prefazione del libro), la Comunità di Sant’Egidio, la Cooperativa Giotto e Ristretti Orizzonti (facenti capo alle associazioni di volontariato che operano nel carcere di Padova), poi proseguiremo con le presentazioni in tutta Italia, per raccontare storie di autentica umanità e farne emergere molte altre in altrettanti territori perchè il Bene è ovunque, basta solo farlo emergere.
italiatv.it – di Dario Pettinelli – Livorno. Quando si sciorina il dato secco, il bianco/nero di un fenomeno, non sempre se ne colgono poi anche i colori, le sfumature. E’ il caso dell’Ho.Re.Ca, il settore della distribuzione negli Hotel, Restaurant e Cafè. Il dato secco dice -37% rispetto all’anno precedente. In questo scenario le produzioni di pregio, come nel vino il Brunello di Montalcino, registrano invece un aumento delle vendite, paragonabile a quello della perdita nell’Ho.Re.Ca., ma senza voler indurre suggestioni. Il delivery e l’e-commerce su tutti, quest’anno hanno condizionato PIL e tutto ciò che ne consegue.
Ristori, si, ma non è così semplice. Molte economie familiari, fondate sul “cassetto”, il sotto della cassa, non hanno potuto resistere ai tempi di erogazione, e sono capitolate; altre per non morire hanno dovuto fare patti col diavolo; ritardi e impegni di pagamento all’ordine del giorno; non si può licenziare ma solo chi è assunto…. La campagna vaccinale è partita, i numeri (per quanto affidabili, dopo il caso siciliano) iniziano ad essere incoraggianti.
Siamo ad un nuovo DPCM; il Governo mostra il sorriso ma sceglie prudenza ad ottimismo; forse però con pessimismo. Uno per tutti, il coprifuoco alle 22. Per la ristorazione una beffa, involontaria magari, ma una beffa: ma che significa che devi cenare ed andartene entro, entro le 22?! E non sono le 23 a fare differenza. Si dirà: “Ma il Governo non si diverte mica a rallentare l’economia e limitare alcune libertà: lo fa per necessità e per scopo nobile e comunitario”. Cristallino; ma il timore che si facciano i conti solo sulla carta senza aver compreso davvero lo spessore del problema, senza conoscere davvero quelle professioni, c’è.
Fabio Sanna, ristorante “Cantina Senese” a Livorno: “Non voglio lamentarmi, vorrei solo che si dimostrasse maggiore conoscenza ed empatia verso un mondo che viveva, e cerca di sopravvivere ancora, andando a fare la spesa all’alba, che alza le serrande, che non guarda l’ora quando è notte fonda. Nei fatti un anno di blocco, per motivi che conosciamo bene e che non ci permettiamo di discutere. Chiediamo solo più vicinanza, un ascolto sincero. Siamo persone semplici, per vivere sorridiamo e tagliamo le verdure, apriamo le bottiglie per chi ci onora della sua stima. Ci sporchiamo, ci bruciamo, ci tagliamo. Non sappiamo sempre come si fa, come quando capita una cosa del genere”.
D. Il Governo vi ha ricevuti: non siete stati soddisfatti? R. “I rappresentati del settore sono certo stiano facendo del loro meglio; ma mi creda, a volte come questa, potrebbe non bastare. Ora non basta”.
D. E allora cosa chiede? E a chi? R. Penso al mondo del vino, che abbiamo supportato sempre, è il nostro primo alleato; penso soprattutto a chi è stato così bravo da riuscire a schivare il missile, come il Brunello, il Barolo. Torneremo a fare nuovi ordini, lo sanno, ma stiamo continuando a pagare i vecchi, anche senza incasso. A volte un carezza può fare tanto”.
italiatv.it – Nuovo format per ITALIA TV: “1 minuto con…”. Si inizia da Montalcino, con Hiroichiro Shikata. Argiano. Sono lunghe e silenziose le sere in campagna. Buio e fruscii più che altro. Tante serate, solo apparentemente tutte uguali; e e notti poi. In quel di Montalcino c’è Hiro: classe 1969, uomo di mondo di origine giapponese, da diversi anni lo chef si è trasferito in Val d’Orcia, a Buonconvento, alle porte del mito, Montalcino. Private chef, si; ma con Hiro la sera di campagna cambia volto, si colora del fiore di pesco, suoni e profumi evocano Madama Butterfly. E tanta Italia c’è in Hiro: dalle origini alla terra eletta. Incontro Hiro ad Argiano, cucina per noi; Andrea da par suo arriva con un vino giapponese che ricorderemo, Bernardino scortato da 2 Vigna del Suolo. Buon appetito.
ITALIA TV – 03/02/2021, Montalcino – (di Dario Pettinelli) La vice Presidente ed Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Avv. S. Saccardi, venerdì u.s. ha visitato Argiano col sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli.
La visita segue la presentazione del progetto “Argiano Carbon Neutral” che l’azienda aveva illustrato all’Assessore due settimane fa. Come promesso, l’Avv. Saccardi ha voluto conoscere di persona e sul campo tutti i dettagli del progetto ed ha incontrato il team di esperti di Argiano.
La visita è proseguita con la visita della Tenuta e della cantina storica, dove il CEO di Argiano Bernardino Sani ha illustrato la strategia dell’azienda in materia di sostenibilità, biodiversità ed economia circolare.
L’Ass. Saccardi, dopo l’intervista con Andrea Gabbrielli di Tre Bicchieri Gambero Rosso, ha salutato commentando: “Oggi ho visto una realtà modello: dalla Microzonazione all’agricoltura di precisione, dal biologico al plastic free, quello di Argiano per la neutralizzazione delle emissioni di carbonio è uno dei progetti che non solo la Regione ma anche la UE si aspetta e che sosterrà nei prossimi anni. Seguiremo da molto vicino”.
Bernardino Sani, CEO Argiano: “Onorati di aver ricevuto la visita dell’Ass. Saccardi. Argiano da oggi è capofila del settore vinicolo di Siena Carbon Neutral, l’Alleanza Territoriale partecipata da Regione Toscana, Provincia, Comune e Università di Siena e da Fondazione Monte Paschi. Lavoreremo di concerto con le Istituzioni per il bene comune”.
Montalcino, 13/01/21 – Argiano ha presentato alla Regione Toscana l’ultima, solo in ordine di tempo, delle sue azioni di Responsabilità Sociale: il progetto per la gestione del bosco della Tenuta con obiettivo la carbon neutrality aziendale. L’Assessore all’agroalimentare e Vice Presidente Saccardi ha dichiarato: “Plaudo al progetto, che sosterremo, perché virtuoso e perché si inserisce perfettamente nella strategia regionale ed europea a difesa e valorizzazione dell’ambiente. La Toscana è ricchissima di bosco e questa è una risorsa sempre più importante, strategica, per tutti. Investire nella gestione del bosco è fare in bene della Comunità. Andrò ad Argiano entro la fine del mese”.
Il progetto prevede la misura dell’impronta, l’analisi del ciclo di vita del bosco e le relative certificazioni. Secondo le prime stime indicative, considerando le emissioni di gas serra di una cantina come Argiano e la tipologia del bosco di proprietà, gli esperti Marco Allocco e Benedetto Rugani confermano che il bilancio sarà positivo, ovvero il bosco di Argiano è un polmone che assorbe completamente l’impatto della produzione e che registra un credito ambientale per la Comunità, di Montalcino in primis.
Il progetto Argiano Carbon Neutral prevede anche l’ingresso dell’azienda come capofila del settore vinicolo in “Siena Carbon Neutral”, l’Alleanza fondata da Regione Toscana, Università, Provincia e Comune di Siena e Fondazione Monte dei Paschi. Simone Bastianoni, Ordinario di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali dell’Università di Siena: “Argiano è la benvenuta al nostro tavolo di volenterosi; la presenza di un’azienda con un marchio così prestigioso nell’Alleanza aiuterà la causa e sarà di esempio”.
Quello per la Carbon Neutrality è un progetto che segue le iniziative “Argiano prima cantina plastic free di Montalcino”e “Buona Agricoltura”, il manifesto dei Valori ai quali si ispira la conduzione organico-rigenerativa dell’azienda.
ITALIA TV (di Dario Pettinelli). Bolgheri 7 dicembre 2020 – “I Tirreni” è uno dei nomi che i Greci davano agli abitanti della costa: gli Etruschi. Abili navigatori, solcavano i mari con bandiere raffiguranti un delfino, dedicandosi sia alla pirateria sia alla produzione e al commercio del vino. Il marchio aziendale deriva da una leggenda greca nata dalle storie riguardanti il popolo dei Tirreni. Si diceva, infatti, che il giovane semidio Dioniso (promosso a divinità da Zeus proprio per aver inventato il vino) chiese, nel suo girovagare per il Mediterraneo, un passaggio ad una nave etrusca. I Tirreni pensarono allora di rapirlo per essere avvantaggiati nel commercio e nella produzione del vino e lo legarono all’albero maestro della nave. All’improvviso il vento divenne sfavorevole, i timoni della nave si trasformarono in tralci di vite e le cime in serpenti. Presi dallo spavento i marinai si gettarono in mare, ma Dioniso per salvarli li trasformò in delfini.
Il nome di questa azienda è un’idea di Samuele Falciani, l’agronomo e responsabile di cantina e Tommaso Rindi, enologo; i fondatori de I Tirreni. Appassionati di storia e leggende si sono sentiti calzare questo mito. E a ben vedere in effetti c’è tutto: c’è il vino, c’è il luogo e c’è la pirateria, che ovviamente non si riferisce alle scorribande in mare quanto allo “spirito dell’arrembaggio”, del lanciarsi all’avventura. E c’è il mito, la storia, che è suggestiva e desueta.
Attenti a quei due. I due fondatori si conoscono all’Università di Firenze, Dottorato di ricerca per Samuele e ricerca di Tesi di Laurea per Tommaso. “Valutazione di alcuni parametri predittivi del potenziale Red-Ox sul vino” è l’opera con la quale Tommaso si laurea in Enologia con l’aiuto di Samuele, i ragazzi “si prendono” e inizia la storia. In Argentina Samuele, in Francia Tommaso, i due si specializzano ancor di più e iniziano le collaborazioni importanti: Samuele nel Chianti, Tommaso con Paolo Vagaggini e Bernardino Sani a Siena e Montalcino. Qui la loro storia ricorda la sigla di “Attenti a quei due”, il celeberrimo telefilm a puntate con Tony Curtis e Roger Moore. Sono loro. Si perchè, pur avendo la stessa passione-guida e solo 2 mesi di differenza d’età, i due risultano complementari, e si completano. Tommaso più estroverso, sorriso morbido e accogliente, se vogliamo è il front esterno; Samuele è più introverso ma affatto timido, solo molto riservato, poche parole scelte, se vogliamo è quello che copre le spalle quando Tommaso è in giro.
Un bel giorno, la decisione. Tommaso faceva fatica a seguire il senese stando a Firenze, Samuele chiudeva i primi cerchi di vita e pianificava il futuro, insomma… le condizioni si erano manifestate. E qui la grande scelta: l’abbandono della consulenza per altri e l’inizio del percorso personale, con un nome, un marchio per raffigurare quei desideri di futuro. I due ragazzi, che a questo punto però hanno 35 anni, puntano Bolgheri e terre confinanti, puntano alto, e trovano i primi ed attuali 9 ettari. All’inizio terzismo con una cantina-magazzino di 200mq. Dice Tommaso: “Sai Tetris? Ecco, per muoverci dovevamo lavorare di coppia: te ti pieghi un pò di là così passo il tubo di qua e posso mettere la gamba…Era così. La pantera rosa ci faceva un baffo”.
Dopo i primi anni per prendere le misure, per trovare altri spazi e soprattutto per capire come fosse il suolo di Bolgheri, Rindi e Falciani escono con le prime bottiglie. Ma i pirati di Donoratico e Castagneto Carducci hanno sogni grandi e sfidanti e non dimenticano di avere il sangue di Giove nelle vene…. Samuele: “Non vogliamo abbandonare Bolgheri ma Tommaso guarda a Montalcino e io d’altronde vengo dal Chianti”.
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D. Cos’ha di così speciale il terreno, il suolo di Bolgheri?
R. Samuele: “Io sono cresciuto nel Chianti; quando sono arrivato a Bolgheri ho trovato una realtà molto diversa, a partire ad esempio dalla stagione vegetativa che qui è molto più lunga. I terreni a Bolgheri sono iperfertili, più che stimolare si deve governare questa vitalità, questa spiccata vigoria. L’obbiettivo è di arrivare alla maturazione zuccherina dell’uva insieme a quella vinacciolo e quindi è tutta una ricerca di equilibrio e di controllo affinché per esempio non si arrivi a raccolta con i vinaccioli verdi. Questa grande vitalità va fatta sfogare ma senza eccessi produttivi”.
D. Entrambi avete Sangiovese nel DNA, ma a Bolgheri sono i vitigni francesi che trovano espressioni uniche ed irripetibili.
R. Samuele: “In terreni come questi il Sangiovese trova espressioni diverse rispetto al senese per esempio; qui c’è una spinta molto forte e ritrovarsi con degli acini enormi, che esplodono, è la normalità. A dirla tutta le condizioni sono perfette per il Cabernet Sauvignon, che infatti è quello che ci richiede attenzioni minime, fa da solo perfettamente. Col Cabernet Franc poi abbiamo grandi soddisfazioni: fin dalle prime volte che giravamo tra i filari abbiamo capito di non dover diradare, o comunque il minimo minimo. Pensi, all’inizio, quando cercavamo un rapporto con la pianta, quando devi costruire una relazione col suolo, lo devi capire, decidemmo di lasciare 2 germogli per sperone 10 gemme a pianta; beh, sono venuto fuori 10 germogli precisi, rimasi sbalordito, mai visto una cosa del genere”.
R. Tommaso: “Il nostro Bolgheri DOC è un orgoglio: 50mila bottiglie che volano via così… 40% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot, 20% Cabernet Franc, 10% Petit Verdot, tutto qui di Bolgheri, con malolattica e affinamento in barriques. E’ un manifesto di Bolgheri: struttura, corpo, note varietali avvolte in quelle fruttate e più calde; armonia, larghezza, complessità.
D. Ok, ma non solo grandi rossi…
R. Tommaso: “Esattamente. Il Beccaia Vermentino Bolgheri DOC è una gioia. Sempre col Vermentino ed anche stavolta con la Malvasia e Trebbiano facciamo il Pigolaia, fresco e fruttato con note di zagara e frutta esotica; sapido, strutturato e corposo in bocca. Perfetto per la cucina del pesce; d’altronde siamo sul litorale, queste vigne guardano e sentono il mare”.
I TIRRENI
Via del Casone Ugolino, 29 Cap 57022 – Castagneto Carducci (LIVORNO)
di Dario Pettinelli (dir@italiatv.it) (italiatv.it) – Il primo ministro norvegese Erna Solberg ha aperto ieri la più grande struttura di prova al mondo per il trasporto di CO2, Equinor. L’impianto di prova trasporta anidride carbonica in condotte, sia in forma gassosa sia liquida. L’obiettivo è saperne di più su come si comporta il biossido di carbonio durante il trasporto mediante condutture, informazioni necessarie per aumentarne il trasporto e lo stoccaggio in futuro.
Equinor e i suoi partner hanno modificato la struttura delle pipeline degli idrocarburi per rendere possibile lo studio del trasporto di CO2 come gas e liquido, contemporaneamente. Secondo il piano, questi test saranno in corso fino alla primavera del 2021. Dopodiché, l’impianto di prova sarà utilizzato per il trasporto di petrolio, gas e CO2, a seconda delle esigenze.
Questo mostra come le infrastrutture e le competenze dell’industria petrolifera e del gas possano essere utilizzate per accelerare gli sforzi per la decarbonizzazione. Un’opportunità ed un caso di scuola per un nuovo settore.
italiatv.it – Più di metà degli italiani ha almeno un account social attivo e gli dedica in media 1 ora e 51 minuti al giorno. In questo conto viene considerata tutta la popolazione, senza distinzione di reddito o status, e tantomeno di età.
Siamo circa 60 milioni e secondo i dati resi noti dal Corriere della Sera, il 2020 in Italia è iniziato proprio col superamento da parte di Facebook della soglia psicologica del 50% della popolazione italiana: 31 milioni di utenti, 19 milioni quelli di Instagram, 12 milioni per LinkedIn; solo 2,3 milioni quelli di Twitter.
Ma la notizia è che in Italia questi giganti iniziano la nuova decade dando segnali di rallentamento. In particolare, il numero dei nuovi iscritti si sta avvicinando sempre più a quello degli abbandoni, prefigurando una sorta di picco, raggiunto, o comunque molto molto vicino. Questo significa che nei prossimi anni assisteremo alla fase calante di Facebook, Instagram e LinkedIn? Non proprio; vediamo perchè.
Le ragioni dell’abbandono sono diverse, come diversi sono questi social network.
Trattamento disinvolto dei dati personali, troppa pubblicità, fake news, odio, ma anche la componente generazionale.
E’ su questo ultimo aspetto che è utile qualche riflessione.
Spesso dietro un abbandono c’è una migrazione, un trasloco da una app all’altra. A guidare questi spostamenti sono per lo più gli under 18, la gioventù che va a scuola. Le ragioni in questo caso sono più legate a fattori di tendenza percepita, a cosa è più o meno cool, quale social viene considerato più up to date.
Perchè, soprattutto in Italia, sono gli under 18 il motore di questi esodi?
Quando su Facebook sono arrivati i genitori, i figli sono migrati su Instagram; ma ormai anche l’Instagram in italiano sta diventando adulto e le generazioni con la lettera davanti stanno cercando nuovi luoghi, possibilmente al riparo dai post pubblici d’amore dei genitori verso di loro, da quei tag che imbarazzano come quando li si portava a scuola in macchina ma li si doveva lasciare all’angolo più lontano.
E poi un post può essere come un diamante, per sempre.
Se un genitore pubblica una foto con tag del proprio figlio, difficilmente lo leverà mai; perchè l’immagine dell’adorato è sacra ed è orribile anche solo il pensiero di doverla buttare via.
Oltre a ciò, poi, questo “puro amore genitoriale” viene condiviso per orgoglio, fa stare bene mamma e papà; un amore che diventa trofeo da mostrare.
Ora, com’è facile intuire, fino all’età adulta la maggiorparte di questi figli soffre questo amore condiviso in pubblico, magari lo apprezza anche ma si sente penalizzato in rapporto al suo gruppo sociale, generazionale; “non fa figo”, anzi.
Nuovi esodi sono inevitabili, la fuga è destinata a continuare.
Perchè questo scappare non ha a che fare con la tecnologia o con un app più o meno di moda: è sistemica, è la declinazione contemporanea del “Mà, io esco” per avere tempo e spazio non condiviso coi genitori, del “Papà, verranno amici mi serve casa libera”, e così via. E se un genitore pensasse che non è un problema rincorrerli da un’altra parte, sbaglierebbe, perchè ci sono social network che i più non hanno nemmeno mai sentito nominare; un’illusione quindi, pari a quella di quando si pensa di sapere sempre quando e cosa fanno, e con chi.
Le fughe, gli esodi da un’app all’altra, fanno parte del processo di definizione dell’identità, ci saranno sempre, perchè sono pochi i genitori disponibili a rinunciare a quella sensazione di controllo che danno i social e quindi smettere di rincorre i figli anche in rete. Ciò che cambierà col tempo è il ruolo: da giovani si scappa, da adulti si rincorre. Ma è come il leone e la gazzella: non importa che tu sia figlio o genitore, l’importante è che tu corra.