(italiatv) Zeta e Millennials sono soliti pescare nella musica degli anni ’80 e ’90; molteplici le riproposte, le più significative dalle serie tv generazionali. Forse perchè il terremoto è stato nei suoi anni ’70, ma manca all’appello un pilastro di quei decenni, ovvero Donna Summer. L’impatto che ebbe Donna Summer fu enorme, ma effettivamente più nei Settanta, dopo il regno di Diana Ross.
“Love to Love You Baby”, “I Feel Love”, “Hot Stuff”, “On The Radio” e “Could It Be Magic” sono tutti caposaldi ma degli anni ’70, forse troppo in là per le riscoperte delle generazioni suddette, sebbene dj Kygo tre anni fa un colpo lo sparò con una versione remix di Hot Stuff; ma Kygo non è Bob Sinclair, che per queste cose è l’unico a fare sempre centro.
C’è da dire che Donna Summer è esplosa e ha regnato dal 1974 fino alla rivoluzione successiva, nel 1986.
Parliamo dei due grandi “mondi” dell’epoca: chi amava il rock, chi la disco-dance e il rap; chi poneva lo strumento e il talento dell’artista in cima e chi invece preferiva la musica nera, il ritmo e sonorità antitetiche alle chitarre.
E’ nel 1986 che scoppia la bomba, con “Walk this way” di Run DMC e Aerosmith: i due mondi non si scontrano ma si incontrano. Video straordinario, di culto, storia della musica moderna; pezzo perfetto, matrimonio riuscitissimo di hard-rock e rap, del bianco e del nero, della musica come della società. Programmatissimo nelle discoteche, altrettanto nei live concert rock.
E’ li che finisce il regno di Donna Summer, malgrado il grande aiuto dell’aerobica e di Jane Fonda, che avevano bisogno proprio di musica per la ginnastica di moda al momento. Però Jane Fonda e l’aerobica evocavano salutismo, benessere e la parte guelfa della storia, mentre invece quello di Donna Summer era il mondo del peccato, della lussuria, della trasgressione. Ed è probabilmente anche questo il motivo, perchè non è un’immagine giusta per queste generazioni tutte sport, salute e Instagram: con Donna Summer c’è lusso e lussuria, trasgressione, servono i Supertuscan (non a caso esplosi e trionfanti nel due decenni in questione), vini che (come si dice a Roma) “ti mettono le mani in faccia e t’arivano”; con Donna Summer le luci sono rosse, molto rosse e blu e gialle e lampeggiano, non certo i neon bianco-bluastri congrui per la palestra.
Donna Summer lascia la corona anche perchè appunto la scena musicale era cambiata. Ciò che ha fatto Giorgio Moroder è stato miliare e tutt’oggi, con le giuste condizioni di ascolto, Donna Summer ha tutto il suo spazio (ora storico) intatto. Ma, con Tolkien e Jackson, non c’è da aspettarsi il ritorno della regina: queste sono le generazioni del vino dealcolato, che t’aspetti?…