(italiatv) Uno dei dossier che la nuova Commissione UE si trova sul tavolo è quello dello stop alle importazioni di merci provenienti da “zone convertite”, ovvero divenute agricole dopo la deforestazione. E’ l’ennesimo capitolo della storia dell’ossessione europea per la regolamentazione, non sempre accompagnata da buon senso, controlli e pragmatismo.
In breve: dal 30 dicembre 2024 in Europa non potranno più entrare cacao, caffè, olio di palma, bestiame, soia, legno, gomma, carbone e carta stampata e derivati provenienti da Stati nei quali si è deforestato. Al solito: Valori giusti, buona volontà ma ossessione per Leggi e regole e assenza di realismo.
La questione si è imposta perchè negli ultimi trent’anni, nel mondo, 420 milioni di ettari di foreste – un’area più grande della stessa Unione Europea – sono stati convertiti in terreni per l’uso agricolo: la cosa solleva preoccupazioni per la perdita di biodiversità ma anche di un importante stoccaggio di anidride carbonica.
I primi a protestare sono stati gli Stati Uniti che hanno chiesto alla UE di rinviare il regolamento, che renderà obbligatorio per le imprese verificare che le merci vendute nella UE non siano state prodotte su terreni deforestati o degradati in qualsiasi parte del mondo, includendo anche una dichiarazione con dati di geolocalizzazione (allo stato attuale una follia il solo pensare possa essere poi credibile)
Il Financial Times ci rende noto che la richiesta è stata avanzata in una lettera alla Commissione Europea e arriva mesi prima della prevista attuazione del divieto da parte della UE: Gina Raimondo e Thomas Vilsack, rispettivamente segretari americani del Commercio e dell’Agricoltura, assieme all’inviata commerciale Katherine Tai, hanno scritto che la legge sulla deforestazione pone «sfide critiche» ai produttori statunitensi. E, dunque, fino a quando quest’ultime non saranno risolte, la richiesta dei partner commerciali è quella di «ritardare l’attuazione di questo regolamento e la successiva applicazione delle sanzioni fino a quando queste sfide sostanziali non saranno state affrontate».
C’è un altro problema mondiale incombente: oltre la questione climatica e il fatto che gli alberi fungono da “pozzi di carbonio”, tra gli effetti della deforestazione vi è anche la diffusione delle malattie dagli animali all’uomo. Secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), tre quarti delle malattie nuove o emergenti che infettano gli esseri umani hanno origine negli animali.
Quando gli esseri umani distruggono gli habitat naturali e violano le foreste ricche di biodiversità, le malattie sono in grado di trasmettersi loro più facilmente dalla fauna selvatica. In Malesia, ad esempio, la deforestazione ha significato che alcune scimmie vivano più in prossimità delle persone. Allo stesso modo, anche l’epidemia di Ebola è stata collegata alla deforestazione in Guinea.
Il Regolamento in questione pone anche problemi legati al commercio globale e a come questa novità si ripercuote sull’economia mondiale: negli Stati Uniti i settori più colpiti dalla legge europea sulla deforestazione sono le industrie del legname, della carta e della cellulosa.
Si calcola che l’UE abbia importato 3,5 miliardi di dollari di prodotti forestali americani nel 2022, secondo i dati della US International Trade Commission. Ora i commercianti di legname statunitensi si dicono pronti a valutare la possibilità di tagliare i contratti di esportazione con l’UE perché non riescono a dimostrare che la loro carta non provenga da terreni deforestati.
L’associazione di categoria dell’industria della carta e dei prodotti in legno negli Usa ha aggiunto che è «impossibile» conformarsi perché la carta e la pasta di legno sono prodotte da scarti di segheria e residui forestali miscelati da fonti diverse e «ciò rende di fatto impossibile risalire a ogni singolo truciolo di legno o al pezzo di terreno forestale originario. Peraltro la tecnologia necessaria per tracciare questo flusso di fibra per soddisfare questo requisito attualmente non esiste». Inoltre, potrebbe esserci un impatto su prodotti particolari come fazzoletti e prodotti igienici poiché gli Stati Uniti forniscono l’85% della polpa di cellulosa utilizzata in questi articoli a livello globale.
Al momento la UE sta selezionando i nuovi Commissari; nel frattempo il tempo corre.