Claudio Sozzi ha partecipato alla verticale doppia di Arillo in Terrabianca al Cavalieri Waldorf Astoria di Roma: la sua “dandy note” >
(italiatv) Roma, Monte Mario. Lo scenario è quello del Cavalieri Waldorf Astoria che per i romani resta “l’Hilton”, da sempre teatro del vino nella Capitale. La padrona di casa è un personaggio cardinale della formazione, Daniela Scrobogna, che negli anni ha accompagnato migliaia di persone al mondo del vino, rendendo appassionati i curiosi e consentendo ai profani di poter diventare esperti.
L’ospite, davvero speciale, è Arillo in Terrabianca , realtà enologica della Toscana di pregio. Tre tenute, una nel Chianti Classico di Radda, una nella campagna di Pienza in Val d’Orcia ed una terza altrettanto intrigante nella Maremma grossetana poco fuori Massa Marittima.
In questa masterclass organizzata dalla Fondazione Italiana Sommelier, per l’azienda il CEO Alberto Fusi e il consulente enologo Luano Bensì. Entrambi sono in azienda dal 2019, allorché questa fu rilevata dalla famiglia svizzera Burkard, con la pro-attiva signora Adriana che tiene saldamente ed orgogliosamente le redini. Da subito appare sincera la loro gratitudine verso la vecchia proprietà e verso la precedente squadra tecnica, ed in particolare riguardo la perizia e la cura che hanno trovato nelle vigne ereditate. Vigne perfette sì, ma da conoscere (su questo ci torneremo).
A narrare l’azienda altrettanto bene ci sono i calici di una doppia verticale, del Poggio Croce, cioè un Chianti Classico Riserva di Radda, e del Campaccio, il supertuscan della tenuta maremmana. Le due degustazioni verticali propongono anche le annate 2001 e 2006: ciò costituisce da un lato un omaggio a chi ha lavorato e molto bene in precedenza, dall’altro una pietra di paragone rispetto al cambio di stile ( verso un’antica modernità, verrebbe da dire) voluto dalla nuova proprietà, e che apprezziamo nelle annate ‘19, ‘20 e ‘21.
Nei vini di inizio secolo lo stile che tanto era stato in voga in quegli anni, con la ricerca di concentrazione e di una marcatura significativa del legno; apprezziamo poi lo stile delle nuove annate, più vicino ad esaltare il terroir e le caratteristiche del Sangiovese, stile che la nuova guardia ha voluto, cercato e oggi ottenuto.
Come sempre accade ognuno dei dieci assaggi racchiude una storia e ci comunica al tempo stesso quella che è stata la stagione in vigna e il conseguente lavoro dell’uomo. Alcuni ci colpiscono davvero in modo particolare. Pensiamo al Croce 2006 , che ha un corredo aromatico che presagisce un assaggio dalle sensazioni molto vivide. E in effetti con le botti che avevano già lavorato per anni (e che avevano per esempio caratterizzato in modo davvero eccessivo l’annata 2001) apprezziamo un vino dal frutto molto integro, deciso e generoso, anche virando in piacevoli note agrumate. Il tannino risulta molto elegante e gentile.
Il Poggio Croce 2019 rappresenta la svolta aziendale e l’inizio della nuova filosofia di cui abbiamo accennato. Si ricerca tutto il varietale del Sangiovese, senza pretenderne concentrazione ed estratto. Gli assaggi continui guidano di volta in volta Luano Bensi verso le giuste macerazioni e l’individuazione del giusto momento in separare il vino dalle bucce. Ne nasce un vino in cui notiamo subito una colorazione perfettamente rispondente al vitigno e la parte olfattiva che ci dona sensazioni molto ampie, dalla cipria (ovviamente un fruttato che ci regala in questo caso la prugna) fino ad una suggestione salmastra che torna nel finale con una piacevole sapidità; assaggio fresco e sapido che incoraggia alla beva.
Del Campaccio, il taglio bordolese ottenuto da Sangiovese con Cabernet e Merlot, apprezziamo il particolare il 2019, con un delicata nota balsamica e mentolata che arricchisce, senza togliere però spazio al varietale del Sangiovese. All’assaggio, dopo l’attacco iniziale , si fanno strada con decisione la freschezza e una sapidità che ci porta dritti sulla costa maremmana.
L’azienda quest’anno ha in commercio la prima annata del nuovo corso e i vini sono già competitivi: interpretano tre territori molto diversi fra loro ma soprattutto si apprezza il cambio di stile, che oggi è contemporaneo. Nuovo anche il marchio, ma già riconoscibile.
In foto: Daniela Scrobogna, Alberto Fusi, Luano Bensi
Chianti Classico Riserva Croce e Poggio Croce
Supertuscan Campaccio