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ITALIA TV. Comunichiamo poco la sostenibilità? No, il giusto, ma si dovrebbe essere di più

italiatv.it – Fuggire dal rischio di banalizzare la sostenibilità.

Sempre stimolante Donatella Cinelli Colombini e sempre “sul pezzo”; sulla sostenibilità, argomento del suo ultimo intervento, riferisce di una Ricerca che tratta della comunicazione di questa. Si sostiene che in Italia “la sostenibilità” è più praticata che comunicata”. In tempi come questi fa notizia perchè si presenta quasi come un paradosso. La moglie di Cesare non deve solo essere al di sopra di tutto ma deve curarsi anche di apparire tale: amen. Attenzione però.

Utile è avere sempre la linea di confine in mente: la sostenibilità di un’azienda non equivale alle buone pratiche. Ovvero: la conduzione agronomica, la raccolta differenziata, l’abbattimento degli sprechi e via dicendo, sono tutte conditio sine qua non è possibile rendere sostenibile la propria realtà, ma siamo nel territorio appunto delle buone pratiche. Si può parlare di sostenibilità di una realtà produttiva quando questa fornisce un Bilancio, un Report, una qualsivoglia dichiarazione, volontaria, che rendiconti la situazione: punto di partenza, progettualità, tappe intermedie, obbiettivi raggiunti. La sostenibilità richiede anche la visione completa, ovvero tutto ciò che afferisce alla sostenibilità sociale e a quella gestionale (economica); e a completare il quadro, la comunicazione, che ha regole precise, diverse da quella per il mercato.

Capitolo a parte, delicatissimo, è quello appunto della comunicazione della sostenibilità. Per titoli: errore gravissimo pensare di procedere con lo stesso approccio e fine della comunicazione commerciale; requisito essenziale, indispensabile per una buona e corretta comunicazione della sostenibilità è la “coerenza”. Che vuol dire? Vuol dire non solo che tutto ciò che viene comunicato deve avere corrispondenza esatta coi fatti, deve essere documentato e verificabile ma non basta: la comunicazione della sostenibilità deve tenere toni misurati, deve essere esaustiva, non deve alludere, non deve trattare ciò che non si è conseguito. Deve seguire le regole del giornalismo di agenzia: stile asciutto, essenziale, terzo, verificato, “continente”. La regola della continenza del giornalismo è sottovalutata. (“Raccogli 10 informazioni di una notizia, verificale tutti, pubblica le 7 più importanti e tieniti le altre 3 per eventuali repliche, precisazioni e approfondimenti”; ascoltarlo dalla viva voce del maestro Sergio Lepri alla Formazione è stato finanche emozionante. Fiuggi 2006).

La questione delle certificazioni è importante ed ha ragione DCC a dire che ci sono troppi soggetti certificatori che generano confusione. Intanto poniamoci la domanda essenziale: perchè devo certificare? Non è un devo: c’è la questione che alcuni mercati evoluti hanno iniziato a richiedere certificazioni di sostenibilità per far entrare i vini (in questo caso) nel loro Paese; ma non serve terrorizzare l’imprenditore. Non concordo affatto né col terrorismo ecologico né con quello sulle aziende, penso siano addirittura controproducenti, che stimolino avversità al tema; e poi eruttano solo paura senza soluzioni realistiche. La scelta è soprattutto di stile, riguarda chi si vuole essere e apparire. Il vantaggio di immagine c’è oggi per chi ha un programma di sostenibilità: non rompiamo il giocattolo.

Comunichiamo poco? No, il giusto. Magari sarebbe meglio essere di più e fare squadra.
Per quanto sopra detto, nella comunicazione della sostenibilità un’azienda, una realtà, deve curarsi di esserci e farsi ricordare, più che farsi notare. Ne abbiamo parlato a Siena giusto tre settimane fa in Fortezza col S.Chiara Lab, UniSiena, Fondazione Prima, Fondazione MPS e Istituzioni. Casi di successo li abbiamo in casa, ma solo Argiano e Banfi sono ancora troppo poche per quanto prestigiose come realtà. Il Consorzio è in oggettivo ritardo sul tema: si può fare molto in una realtà come quella di Montalcino, si potrebbe essere leader. Confido nel futuro, il presidente è esperto, i consiglieri bravi e saggi non mancano.

A chiudere: qui a seguire alcuni link a sostegno del pezzo. Un ringraziamento a DCC per la sensibilità che non certo da ieri ha per il tema.

ARGIANO PRESENTA IL PRIMO REPORT: AZIENDA IN CARBON NEUTRALITA’.

BERNARDINO SANI, GREEN WINE FUTURE 2022 (in inglese)

CONSORZIO NOBILE MONTEPULCIANO: PRIMI ALLA CERTIFICAZIONE DI SOSTENIBILITA’ TERRITORIALE

BANFI, BILANCIO DI SOSTENIBILITA’

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